Il semaforo

Poi un giorno vado al lavoro, come ogni mattina. Sempre la stessa strada, come ogni mattina. E lì, prima di una curva, apparso dal nulla in mezzo al nulla, un semaforo.

Un semaforo? Qui? Che qui in montagna ci sono certi anziani che un semaforo non l'hanno neanche mai visto. Che ci arrivano sotto in Panda e non sanno come comportarsi. Sono quelli che quando, qualche anno fa, il sindaco ha inaugurato la nostra prima rotonda, non sapevano come funzionasse. 

Adesso, nel bel mezzo della nostra campagna, abbiamo un semaforo. Un pezzo di strada è franato.

E' il semaforo più lento della storia di tutti i semafori. Il rosso dura dai 10 minuti al quarto d'ora (dipende, va a sentimento). Quindi diciamo che questa cosa porta non pochi disguidi tecnici. Per andare al lavoro devo calcolare di partire 10 minuti prima se non voglio arrivare in ritardo. 

Ma non è questo il problema.

Anzi, non esiste, il problema.

Perchè ho scoperto con mia somma sorpresa, che mi piace un sacco stare ferma al semaforo. Ovvio, se fossi in città sarebbe meno piacevole. Ma qui, in mezzo a questo verde, fa quasi bene al cuore. Ho notato che non mi innervosisco quando arrivo e lo trovo rosso. Perchè con calma mi fermo e aspetto. Mi godo la canzone che va per radio. Mi faccio scaldare dal sole che timido entra dal parabrezza. Un'occhiata al cellulare. (Ho persino il tempo per scrivere con calma un messaggio!) Mi guardo intorno e osservo quello che solitamente non avrei il tempo di osservare. La vita lenta della natura e dei suoi abitanti, che non siamo noi.

In giornate nervose e frenetiche come quello che vivo in questi ultimi tempi, quel semaforo è come una pausa rigenerante. Un'attimo di pace. Come se la vita fosse un "Sì vado, ma senza fretta!". Sì, è bello..