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giovedì 7 ottobre 2010

Chissà dov'è adesso, si chiedevano

Di solito mi pongo in maniera distaccata ai fatti di cronaca. Ne prendo atto, senza elaborarli, li vedo lì su un giornale o su uno schermo.
Ma oggi, stamattina, quando ho letto, ho visto com'è finita la storia di quella ragazza pugliese, Sarah, ecco che non ne ho preso atto e basta.
Perchè lei e la sua storia mi abbiano colpita più di altre non lo so.
Forse perchè la pensavano tutti in un posto lontano. Per sua volontà, con uno zaino con dentro poche cose, da adolescente incazzata ma finalmente libera. Magari innamorata, che quando siamo innamorati e abbiamo 15 anni ci somigliamo tutti, e la cosa ci strappava pure un sorriso. Magari era arrabbiata con la mamma, per i litigi. Magari era impaurita e sola in una stazione, ma comunque viva.
E invece era in un pozzo. Per tutto questo tempo, in un sudicio pozzo.
Violata e buttata come cosa di poco conto.
Da chi invece la doveva proteggere dallo schifo del mondo.
Sarà che forse non ti puoi più fidare di nessuno, che non puoi più essere spensierata nemmeno a 15 anni, che devi affrontare uno zio che ti molesta tra l'indifferenza del resto dell'universo.
Povera.
Mi mette i brividi pensarci.

14 commenti:

  1. anche io avrei preferito saperla altrove. Sono scioccata :(

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  2. E'terribile, non trovo altre parole.
    Heidi

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  3. Anche io sono rimasta colpita da questa tragedia orribile e ho voluto scrivere anche io due righe sull'argomento. Sono allibita.

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  4. Sì, è davvero agghiacciante...
    Ho letto pure che aveva cercato di confidarsi con la cugina, ma questa non le aveva creduto...
    E poi questa fine orribile :-(

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  5. Ho provato i tuoi stessi sentimenti leggendo di questa tragedia, che purtroppo non è la prima, nè sarà l'ultima. A volte mi chiedo dove sia l'umanità, se forse il confine tra uomo e animale non sia molto più vicino di quanto siamo abituati a credere..

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  6. Ho provato i tuoi stessi sentimenti leggendo di questa tragedia, che purtroppo non è la prima, nè sarà l'ultima. A volte mi chiedo dove sia l'umanità, se forse il confine tra uomo e animale non sia molto più vicino di quanto siamo abituati a credere..

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  7. Concordo.. uno schifo. E uno schifo è dir poco. È un mondo sempre più marcio e malato...

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  8. E' una vicenda che ha toccato molti forse perchè nel nostro immaginario la famiglia dovrebbe essere uno "scudo di difesa" contro le ingiustizie del mondo. E la nostra mente non accetta che al suo interno si possa nascondere una persona così crudele.
    Povera ragazza.
    Un abbraccio

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  9. Guardando la foto dello zio, tutto sereno e quasi sorridente, mi viene in mente una domanda: perché nascono dei mostri del genere? Perché non si inventa un apparecchio che riesce a sondare il cervello appena nati, e se c'è qualche area ombrosa, trovare il modo di eliminarla? I difetti fisici di un neonato sono evidenti quasi subito, ma come si fa con quelli psicologici? Perché questo qua, cosiddetto zio, non è normale. Facevano meglio ad ammazzarlo appena nato.

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  10. Continuo ad essere sconvolta...continuo a pensare a quanta paura deve aver provato...e forse aveva paura già da un pò e si è tenuta dentro tutto, per vergogna o per negare a se stessa che tipo di mostro avesse per zio, e nessuno lo ha capito...

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  11. Beh, io invece (spiace dirlo) non mi sono stupita per niente. Avevo capito che era stato lo zio dal "ritrovamento" del cellulare.
    Sarà che da tempo mi interesso al problema della violenza domestica e della pedofilia, purtroppo ormai non mi stupisco più. Mi indigno, mi schifo, ma non mi stupisco. Dovremmo aprire gli occhi e renderci conto una volta per tutte che non esistono "mostri", ma perversioni che crescono all'interno delle famiglie. Forse ci scioccherebbe di meno ma ci renderebbe più pronti a reagire, ad accorgerci in tempo, a evitare catastrofi come questa qui. Forse le tante ragazze che subiscono si vergognerebbero meno e denuncerebbero di più. Il problema è che quando lo fanno, raramente sono credute.

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  12. Anch'io ho pensato che avesse fatto la classica fuitina. Una ragazzata che a 15 anni si può anche perdonare, quella voglia di libertà che a volte ti fa prendere delle decisioni affrettate. Ma così non era.
    Oibò.

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  13. E' l'ennesima conferma di dove schifo può arrivare l'uomo. Come ha scritto Mara...non c'è più da stupirsi..ogni giorno ormai siamo "abituati" a sentire fatti di cronaca agghiaccianti come questo. Ricordiamo il piccolo Tommy com'è stato ucciso e con quanta tranquillità e falsità i suoi assassini si facevano portavoce di giustizia nelle varie interviste prima di essere presi.
    Questa è la realtà in cui viviamo...devi avere paura anche dei parenti.

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  14. una schifezze inaudita.
    non lo farei più uscire.

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