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giovedì 23 giugno 2011

La pineta che portava alla piscina non c'è più. Ci hanno fatto la circonvallazione.

Dalla finestra del mio ufficio si vede la piscina.
Si vedono arrivare i ragazzini in motorino, con gli zaini di scuola svuotati dai libri e riempiti dai teli e dai costumi.
Arrivano, parcheggiano, urlano, ridono, schiamazzano. Sono ragazzi felici che prendono la rincorsa e si tuffano in quell'acqua sempre un pò fredda, che puzza di cloro. Ogni tanto ci galleggia un'insetto morto. E io? Io quanti ne ho visti da ragazzina di quegli insetti morti galleggiare nell'azzurro della piscina? Piastrellata da millenni con le stesse piastrelle. Parecchi ne ho visti. Li osservavo sparire nella pompa di aspirazione.
Non so se ho un bel ricordo della piscina ai miei tempi. Ci andavo, sì. Anche io ficcavo il telo nello zaino di scuola. Anche io prendevo il motorino e con il costume già sotto i vestiti andavo. Andavo perchè bisognava andare. Non perchè mi piacesse davvero. Mi disgustava l'odore del cloro. Mi facevano schifo gli insetti morti sul pelo dell'acqua. Mi inorridiva l'idea di me in costume, senza difese. Io, che da ragazzina nascondevo le cosce dentro ai pantaloni larghi. Andavo in piscina perchè se no me ne dovevo rimanere sola a casa, a strappare l'erba arrotolandola tra le dita, seduta in mezzo al campo. E devo dire che non mi dispiaceva per niente. Però secondo mia mamma mi avrebbe fatto bene andare a prendere un pò di sole, sguazzare un pò nel cloro puro come tutti gli altri in paese. E allora chiamavo. - Ciao, sono io. Andate in piscina oggi? Vengo anche io.. a che ora? -
Poi magari per un'oretta mi divertivo pure. Quel tempo che stavo in acqua, nonostante l'odore e i naviganti senza vita. Chiudevo gli occhi e mi immergevo. Non mi tuffavo e stavo dove si tocca. Non sapevo neppure nuotare. Ma in acqua non hai peso. In acqua anche io potevo essere leggera. Poi, una volta uscita, il fastidio ritornava. Il costume, il cloro e i capelli di stoppa.
Crescendo le mie amiche decisero di dedicare sempre meno tempo ai bagni e sempre più all'abbronzatura. E io smisi di andare.
Non lo so se sono cose che ricordo con piacere. Perchè se uno mi chiede che facevo l'estate da ragazzina io rispondo che mi divertivo un mondo, in giro con le mie amiche, le chiacchiere, le sere, la piscina.. Ma poi, adesso che sono grande, adesso che il mio motorino irrimediabilmente ingolfato sta in garage sotto una coperta, penso che quello che mi piaceva di più dell'estate era stare a guardare il campo imbiondire di grano, che tutte le volte che aprivo la finestra al mattino e mi appariva illuminato dal sole mi toglieva il fiato.
Tra sei giorni compio venticinque anni. Mi sento un pò "vecchia". Ma sono felice di essere stata un'adolescente che odiava la piscina e si perdeva a guardare i papaveri ballare nel vento, anche se allora non lo sapeva nessuno, forse nemmeno io.

5 commenti:

  1. mi piace molto questo ricordo della tua infanzia. Sembra di guardare una polaroid. E i papaveri che ballano nel vento è un'immagine molto poetica.

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  2. Questo post è magnifico.. forse perchè un po' mi ci ritrovo anch'io.. forse perchè, andando a scuola per anni per quella strada, ho visto anch'io l'abbattimento di tutti quei pini per farci la circonvallazione. Ignorando che una futura blogger che non conoscevo ci avrebbe poi fatto un post anni dopo.
    Non me ne voglia il tuo ragazzo, ma il solo commento che vorrei fare dopo aver letto questo post sarebbe abbracciarti forte :)))
    Ciao!

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  3. che belle parole... io anche un po' mi ci ritrovo... mi hai emozionata...

    felice giornata...

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  4. La cementificazione avanza, inesorabile. Presto cuoceremo tutti quanti come carne alla griglia dentro ai nostri suv di merda che sono come pentole.

    E le pinete saranno leggende di un tempo lontano che racconteremo ai nostri nipoti.

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  5. Io ho sempre odiato la piscina, mi sembra un "mare falso", anche se in questo momento, pur di stare al fresco, fare volentieri un tuffo lì dentro. :-)

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